La riforma Cartabia, entrata in vigore il 18 giugno 2020, ha portato importanti novità nel sistema giudiziario italiano, ma non è priva di criticità, soprattutto in ambito civile.
In primo luogo, la riforma ha introdotto la figura del giudice unico per i procedimenti civili di valore fino a 50.000 euro. Tale figura, se da un lato permette una maggiore celerità del processo, dall’altro rischia di portare a una minore qualità delle decisioni, poiché un solo giudice non sempre può avere le competenze necessarie per affrontare la complessità di alcune cause.
Inoltre, la riforma ha previsto l’obbligatorietà della conciliazione, ossia un tentativo di mediazione tra le parti prima dell’inizio del processo. Se da un lato questa misura mira a ridurre il numero di cause pendenti, dall’altro si rischia di creare ulteriori lungaggini, in quanto la fase di conciliazione può protrarsi per mesi senza portare a risultati concreti.
Un’altra critica riguarda la soppressione della fase istruttoria nel processo ordinario. Tale fase, che prevedeva l’acquisizione di prove da parte del giudice, permetteva di accertare la verità dei fatti e di garantire il diritto di difesa delle parti. Con la sua soppressione, invece, la decisione finale potrebbe basarsi su una quantità limitata di prove e non tener conto di tutti gli aspetti della controversia.
Infine, la riforma ha introdotto il ricorso alla videocamera per le udienze. Se da un lato ciò permette una maggiore flessibilità e una riduzione dei costi, dall’altro si rischia di creare difficoltà nella gestione dell’udienza stessa, in quanto la presenza fisica delle parti e del giudice è spesso necessaria per valutare la credibilità dei testimoni e la serietà delle prove.
In conclusione, la riforma Cartabia ha introdotto importanti innovazioni nel sistema giudiziario italiano, ma è necessario valutare con attenzione le criticità e le possibili conseguenze negative. È fondamentale, infatti, garantire sempre il diritto di difesa delle parti e la qualità delle decisioni, senza sacrificare la celerità del processo.
Questo contenuto è stato creato con AI (Artificial Intelligence) e più precisamente con chat GPT-4. Anche l’immagine a corredo è stata creata con l’AI di Bing